Riporto un post dal blog di Beppe Grillo, “Consiglio al Navigante“, in quanto, nonostante tutti i giorni la maggior parte di noi continui a fare le stesse cose, piano piano i problemi vengono a galla.
Sui giornali, nelle principali pagine magari leggiamo altro, ma però un articolo sul crollo delle borse continua ad esserci.
Anche tra i conoscenti iniziano le prime preoccupazioni: oggi una amica mi ha detto che si è fatta ridurre l’orario di lavoro per cercarne un altro poiché non la pagano da un bel po’ in quanto le cose in azienda sembrano andare male.
Pochi secondi dopo viene citata la recessione, la crisi economica.
Forse si inizia a rispecchiare?
Ed i miei pensieri corrono ai film Zeitgeist e Zeitgeist Addendum, corrono verso tanti fronti, profezie, teorie, filosofie.
Saranno tutte boiate o ci sarà un fondo di verità? Uhm..!?
Nel frattempo ridi e scherza c’è in atto una vera e propria protesta sparsa per tutta italia: scuole ed università occupate.
Io son d’accordo con quelli che vogliono studiare, vorrei farlo pure io, anzi mi girano abbastanza perché ho quasi paura che magari sto studiando per niente, che poi va tutto a puttane e ho studiato solo per sapere mio personale, non per un titolo che nessuno più mi può dare.
Ed hai voglia a battere i piedi in terra, se si fa festa si fa festa, se sono 4 o quanti anni che ti apri le mele sopra i libri e ti chiudono l’università, il titolo non ce l’hai, c’hai solo il sapere che hai acquisito e si spera ti rimanga in testa.
Il problema è appunto che se non ci sono soldi e le università falliscono, tu hai voglia a voler studiare ora, ma poi non potrai fare comunque più niente, ne esami ne aver pezzi di carta.
Non ci sono i soldi, non tornano i conti, come si fa?
Io fossi in loro e potessi farei a limite alla finlandese, cioè all’università centri se superi un test e ci rimani se studi in pratica di mestiere e rimani in pari perché ti danno anche i soldi così non hai bisogno di fare lo studente lavoratore.
Certo per fare tutto ciò dovrebbe cambiare l’intero sistema… si… l’intero sistema.
Perché non è colpa solamente del fatto che ci sia gente che magari prende la laurea a forza di copiare, calci nel sedere, occasioni fortunate, anni e anni, ci sono anche professori che si comportano da culo e non possono essere buttati fuori in quanto portano i dindini all’università.
Uhhh un classico da sempre ragazzi, questa non è nient’altro che l’Italia, una paese fantasioso pieno di colore di sole, di simpatia, ma dove vige la legge del quaraqquaqquà, una repubblica basata non sul lavoro ma sull’inciucio.
Dalla cacca nascono sempre pure i fiori per questo ogni tanto spuntano fuori menti geniali.
Alcune emergono per sopravvivenza, sapete alla napoletana, perché giustamente quando sei dentro un certo sistema se sei capace ti evolvi di conseguenza.
Totale meritocrazia, opportunità ai poveri come ai ricchi, niente fondazioni ne tasse universitarie, l’università non solo è gratis, anzi ti danno pure i soldi, ma ci vanno pochi, non come adesso perché… perché sarebbe giusto così in qualche modo bisogna tagliare se non ci sono i soldi.
Partiamo dando il servizio solo a chi veramente se lo merita in quanto ha capacità e non in quanto ha i soldi per pagarsi 6000 euro anziché 2000 euro di tasse universitarie.
Vedremo dove si finirà, nel mentre buona lettura del post di Beppe Grillo.
Lo psiconano ha lanciato “un avviso ai naviganti”. Ha preso ispirazione dal suo modello, Putin. E ha dichiarato con scansione di parole degna di un padrone che si rivolge ai suoi servi: “Convocherò oggi il ministro degli Interni, darò a lui istruzioni dettagliate” per l’utilizzo della Polizia nelle scuole occupate.
Maroni-prendi-istruzioni è lo stesso condannato a 4 mesi e 20 giorni per resistenza e oltraggio (addentamento di polpaccio) a pubblico ufficiale.
Io, più civilmente, vorrei dare un consiglio, non un avviso, al Navigante: ditagliare la corda. Non è l’unico responsabile dello sfascio, anche se il più in vista. Pagare per tutti non gli conviene. Meglio fare alla romana e filarsela all’inglese.
Il crollo della finanza sta passando il testimone all’economia. Non tutti hanno azioni, ma tutti fanno la spesa e devono mantenere una famiglia.
Le aziende sono strangolate dall’indebitamento e le banche non fanno più credito. In media ogni impresa italiana è indebitata per 176.000 euro. Il gran totale dei debiti aziendali è salito a 916,3 miliardi di euro. Quante imprese chiuderanno quest’anno? Almeno 300.000, ma è un numero prudente, molto ottimista. Nel 2009 la produzione industriale diminuirà, il Prodotto Interno Lordo sarà negativo, le serrate potrebbero raddoppiare. Quando diminuisce la produzione si perdonoposti di lavoro. Quanti rimarranno a casa entro la fine del prossimo anno? Due milioni è un numero plausibile.
3,2 milioni di famiglie rischiano di perdere la casa. La rata del mutuo a tasso variabile sta diventando insostenibile. Finiranno in mezzo a una strada? E’ possibile.
L’Islanda è fallita, chi l’avrebbe detto un mese fa? L’Italia fallirà? Chi non l’ha pensato almeno una volta? Il debito pubblico si aggira, senza dare troppo nell’occhio sui mezzi di informazione, sui 1.700 miliardi di euro con 80 miliardi di interessi all’anno da pagare.
Non è più il tempo che Gianni Letta filava. Il bel tempo di Alifarsa, del grembiulino nelle scuole e delle impronte ai Rom è finito. E anche quello della legge salvaprocessi e del Lodo Alfano e dell’opposizione fantasma di Topo Gigio.
Da Palazzo Chigi a Hammamet è un attimo. Nel caso, il Navigante porti con sé Veltroni.